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Grandi Maestri Russi Abbandonano La Russia: 'Non Ho Simpatia Per Questa Guerra'
Fedoseev, Sarana, Vitiugov, Kosteniuk. Foto: Maria Emelianova/Chess.com.

Grandi Maestri Russi Abbandonano La Russia: 'Non Ho Simpatia Per Questa Guerra'

PeterDoggers
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Dall'inizio della guerra in Ucraina, ormai più di due mesi fa, diversi grandi maestri russi hanno deciso di lasciare il loro paese o di non tornarvi. Chess.com ha parlato con quattro giocatori molto conosciuti a proposito della loro opinione sulla guerra e delle scelte personali che stanno facendo.

Come è stato segnalato dal giornalista di scacchi tedesco Stefan Loeffler, più di qualche grande maestro russo ha deciso di non passare altro tempo in Russia. Alcuni hanno firmato la lettera aperta al Presidente russo Vladimir Putin, altri no (per svariati motivi), ma hanno una cosa in comune: sono contrari alla guerra iniziata dalla Russia in Ucraina il 24 febbraio.

I GM Dmitry Andreikin, Vladimir FedoseevAlexander Predke hanno tutti giocato nel circuito del FIDE Grand Prix a febbraio-marzo di quest'anno e non sono poi tornati in Russia quando è terminato. Andreikin si è spostato nella Macedonia del Nord, Predke è andato in Uzbekistan, mentre Fedoseev è finito in Spagna con il GM Daniil Yuffa, che gli aveva fatto da secondo al Grand Prix. Poco dopo sono stati raggiunti lì dal GM Kirill Alekseenko.

Il GM Alexey Sarana, che ha giocato un torneo per GM a Belgrado contemporaneo al FIDE Grand Prix, ha deciso di rimanere nella capitale serba e vi ha preso in affitto un appartamento per sei mesi. Il GM Nikita Vitiugov, che già era solito passare una buona parte dell'estate in Spagna, ha deciso di rimanervi continuativamente, almeno per adesso. La GM Alexandra Kosteniuk, che recentemente divideva i mesi dell'anno tra la Francia e la Russia, non intende tornare a Mosca nel prossimo futuro.

Oltre a Yuffa, che ora rappresenta la Spagna, tutti questi giocatori sono tra coloro che hanno cambiato federazione di appartenenza dalla Russia alla FIDE, il che permette loro di continuare a partecipare individualmente negli eventi di scacchi internazionali. Tra loro c'è anche il GM Grigoriy Oparin, che negli ultimi due anni ha vissuto e studiato a St. Louis. Un altro giocatore russo, il GM Evgeny Romanov, ha traslocato in Norvegia e gioca ora per la sua federazione.

Vladimir Fedoseev

Il 27enne Fedoseev si è spostato nella regione spagnola di Valencia, dove sta passando la gran parte delle sue giornate con gli scacchi, come dice lui "controllando alcune varianti". Come diversi dei suoi compatrioti, sta anche partecipando regolarmente a eventi di Chess.com come il Titled Tuesday e il Rapid Chess Championship.

Il grande maestro moscovita (anche se originario di San Pietroburgo) ha lasciato la Russia il 27 febbraio per partecipare al Grand Prix FIDE a Belgrado. Subito dopo, Fedoseev ha fatto da secondo al suo amico Yuffa al Campionato Europeo in Slovenia; in questo caso i ruoli si sono invertiti, dato che di solito avviene esattamente il contrario. Per esempio, quando nel 2021 Fedoseev è arrivato quarto alla FIDE World Cup, il suo secondo era proprio Yuffa. In ogni caso, dalla Slovenia i due hanno viaggiato fino alla Spagna, dove hanno preso in affitto un appartamento e sono poi stati raggiunti da Alekseenko. 

Vladimir Fedoseev
Vladimir Fedoseev al FIDE Chess.com Grand Swiss dello scorso anno. Foto: Maria Emelianova/Chess.com.

Nel Grand Prix di Belgrado, cominciato tre giorni dopo l'invasione russa in Ucraina, i partecipanti russi non hanno giocato con la loro bandiera. Il primo giorno, infatti, Fedoseev ha chiesto agli organizzatori di rimuovere la bandiera della Federazione di Scacchi russa dalla sua scacchiera.

"La mia richiesta di giocare con la bandiera FIDE non era ancora stata accolta a causa di un errore amministrativo", ha detto Fedoseev. "Giocare con la bandiera della federazione russa è per me un equivalente di manifestare fedeltà per il paese".

Fedoseev aveva "motivi personali" per i quali non ha firmato la lettera rivolta a Putin, ma la sua posizione contro la guerra è sempre stata molto chiara fin dall'inizio. Dice che non potrebbe vivere in una Russia in cui una maggioranza fosse capace di supportare l'aggressione russa, che per legge non può essere definita guerra

"Non riesco ad immaginare quale sarebbe la mia reazione a questo", ha detto. "In Russia si studia anche parecchio la Seconda Guerra Mondiale con il suo simbolismo, ma quel che stiamo vedendo le assomiglia molto, più o meno. Al momento credo che non sia un Paese democratico. Inoltre, ho l'impressione che le cose stiano peggiorando di giorno in giorno per la Russia". 

Il grande maestro russo ha detto di aver preso la decisione "emotiva ma di sani principi" di lasciare la Russia praticamente il 24 febbraio, il giorno in cui è iniziata la guerra. "Forse dovrò comunque tornare, ma davvero non voglio più rappresentarli, nemmeno per una volta nella mia vita".

Davvero non voglio più rappresentarli, nemmeno per una volta nella mia vita.
—Vladimir Fedoseev

Ha la famiglia ancora a San Pietroburgo; Fedoseev ha detto di capire loro e anche altri colleghi che si trovano ancora in Russia pur avendo espresso dei sentimenti contrari alla guerra, come i GM Alexander GrischukDaniil Dubov. "La mia posizione è solo mia, in questo caso. Sono solo cresciuto in modo diverso; questa è la mia natura".

Nei prossimi tempi Fedoseev intende giocare lo Sharjah Open negli Emirati Arabi Uniti ed anche un grosso torneo open in Serbia. Non è ancora chiaro se questi tornei utilizzeranno gli "abbinamenti proibiti" già adottati nel Campionato Europeo, in cui gli abbinamenti tra giocatori russi ed ucraini sono stati evitati.

Fedoseev dice che capirebbe se un collega ucraino non volesse giocare contro di lui in un torneo. "Mi andrebbe assolutamente bene. Capisco che questo sia politicamente importante per loro e spero che possano ottenere almeno una patta in questa situazione". 

Fedoseev ha ammesso di non essere sorpreso del forte supporto mostrato dal GM Sergey Karjakin nei confronti del governo russo, ma che è sorpreso di quanto si sia fatto aggressivo nell'ultimo mese. "Non ha nemmeno tentato di dire qualcosa contro la guerra, o qualcosa di simile. Si limita ad offrire tutto il suo supporto alle persone che hanno preso la decisione di uccidere persone in Ucraina". 

Alexey Sarana

Sarana, un grande maestro 22enne che viveva con sua madre a Mosca, ha lasciato la Russia l'1 marzo per giocare un torneo all'Italiana a Belgrado, organizzato in parallelo al Grand Prix. "Avevo già pensato di non tornare, almeno di rimanere fuori fino alla fine [della guerra; ndr]", ha detto. La guerra dura ormai da due mesi e non c'è nessun segno che possa finire presto.

Per ora, Sarana e suo fratello hanno preso in affitto un appartamento a Belgrado fino alla fine di Agosto. Gioca a scacchi online, segue le notizie e tenta di migliorare il suo inglese. Sua madre supporta la sua decisione di non tornare. Suo padre è ucraino e vive vicino a Kyiv; è al sicuro.

Alexey Sarana
Alexey Sarana. Foto: Maria Emelianova/Chess.com.

"Amo molto la Russia, ma odio tutte le faccende politiche", ha detto Sarana. "Quel che il nostro governo sta facendo ora è assolutamente disgustoso. Non posso accettarlo, ma non posso farci nulla. Né ho simpatia per questa guerra: tutte le motivazioni sono assolutamente terribili". 

Non ho simpatia per questa guerra: tutte le motivazioni sono assolutamente terribili.
—Alexey Sarana

Il motivo per cui il nome di Sarana non è sulla lettera aperta a Putin è semplice: non gliel'hanno chiesto. "Quasi tutti i miei amici sono giocatori di scacchi, e praticamente nessuno supporta la guerra. Tutti sono contrari, eccetto Karjakin".

Sarana legge attentamente le notizie e segue un'ampia varietà di canali su Youtube, sia a favore del governo che quelli che lo criticano. "Per me, è incredibile quante persone lo supportino", ha detto. "Non so se sia vero o no; magari sono solo dei bot a scrivere i messaggi".

La scorsa domenica, due giorni dopo che Chess.com lo ha contattato, Sarana ha vinto la settimana 11 del Rapid Chess Championship di Chess.com. Il suo avversario della Finale è stato il GM Andrey Esipenko, un altro giocatore che ha messo ben in chiaro di essere contrario alla guerra. Vive ancora in Russia e ha giocato attraverso un VPN (rete privata virtuale), aggirando così il blocco che la Russia ha imposto su Chess.com.

Nikita Vitiugov

Per il 35enne Vitiugov, di San Pietroburgo, è difficile dire esattamente quando ha lasciato la Russia per andare in Spagna. Era già da tempo in Costa Blanca a passare l'estate, ma lo scorso anno, dopo la nascita di suo figlio, ha deciso di restarci continuativamente per un po'. "Ho sempre pensato che sarebbe stato bello crescere mio figlio vicino al mare", ha detto. 

Il suo ultimo torneo in terra natia è stato il 74esimo Campionato Russo a ottobre 2021, da lui vinto. Si trova in Spagna con la famiglia dalla fine del 2021 e non intende tornare in Russia nel prossimo futuro. 

Vitiugov non ha firmato la lettera a Putin perché non ha apprezzato le parole scelte e in generale non ama molto le lettere aperte. In ogno caso, la sua posizione nei confronti della guerra è stata molto chiara fin dall'inizio. Il 25 febbraio ha twittato:

"Non ci si può credere. Nel 2022, in Europa, le persone muoiono in guerra, i destini di milioni di persone vengono spezzati. Orrore. Non vedo come emozioni espresse su Internet possano aiutare. Chiarisco la mia posizione—non è possibile difendersi sul territorio di qualcun altro. I Russi e gli Ucraini sono fratelli. Fermate la guerra".

Vivere in Russia è al momento impossibile per Vitiugov, che dice: "La prima cosa, e la più importante, è fermare la guerra. In seguito, mi auguro ci siano dei cambiamenti in Russia. Ma non sapremo mai se succederà".

Nikita Vitiugov chess
Nikita Vitiugov. Foto: Maria Emelianova/Chess.com.

Riconosce che per alcuni suoi colleghi non sarebbe facile andarsene, anche se volessero, e che al momento non è facile per loro vivere lì: "È molto dura perché non puoi comportarti normalmente. Non puoi dire ciò che pensi. Se supporti l'"operazione speciale" puoi fare ciò che vuoi, ma se ti permetti di avere anche solo dei dubbi allora tutto si fa contro di te. Ogni parola o azione potrà essere usata contro di te, e lo sarà. Ti può costare una multa, del tempo in prigione, o anche la tua carriera: il costo potrebbe essere grande. L'alternativa è comportarsi come nulla fosse. Per alcuni è un opzione, ma non per tutti... È molto provante, molto difficile vivere con quest'atmosfera". 

Se supporti l'"operazione speciale" puoi fare ciò che vuoi, ma se ti permetti di avere anche solo dei dubbi allora tutto si fa contro di te.
—Nikita Vitiugov

Anche Vitiugov capisce i giocatori ucraini che non vogliono giocare contro di lui al momento. "Non sono al loro posto, quindi non ho idea di come mi comporterei se fossi nella loro stessa situazione. Tutta la loro rabbia e le loro emozioni nei confronti della Russia e dei russi sono per me comprensibili".

Al momento i giocatori russi non sono del tutto bannati dai tornei individuali FIDE: basta che non giochino sotto la bandiera russa. La gran parte degli ucraini, ma anche giocatori di altre federazioni, sono dell'opinione che la FIDE non stia spingendo a sufficienza le sanzioni. Le istituzioni scacchistiche hanno seguito a grandi linee le politiche di quelle di tennis, ma la scorsa settimana Wimbledon ha rincarato la dose annunciando che i giocatori russi e bielorussi non saranno i benvenuti quest'anno.

Vitiugov pensa che la sanzione sia esagerata per persone come lui: "credo sia molto importante segnalare questa situazione, per cui persone e sportivi russi che abbiano preso posizione contro la guerra vengono comunque sanzionati o persino bannati", ha detto. "Ricevono pressioni da entrambi i fronti—Russia e l'Ovest—e questo cancella ogni differenza tra coloro che hanno supportato l'invasione e coloro che non l'hanno fatto. Non vedo una soluzione: forse è giusto così, ma è importante farci attenzione".

Alexandra Kosteniuk

Kosteniuk, che ha compiuto 38 anni lo scorso sabato, è una tra gli scacchisti russi di maggior successo nella storia. Ci ha telefonato da Miami, dove stava festeggiando il 15esimo compleanno di sua figlia. 

Assieme a suo marito, il GM Pavel Tregubov, la Kosteniuk non solo passa molto tempo in Russia, ma anche in Francia, dove suo marito si è trasferito più di 20 anni fa e dove sua figlia va a scuola.

"Eravamo in Francia ma avevamo dei biglietti per volare in Russia il 4 marzo. Il volo è stato cancellato, ma al momento non riesco ad immaginare di tornare", ha detto.

La Kosteniuk era "in shock totale" quando è scoppiata la guerra, e lo è ancora: "In Russia ci sono persone che amano ripetere che 'la Russia non ha mai attaccato nessuno nella sua esistenza'. Una volta credevo volentieri a queste storie, che la Russia non avesse mai invaso altri Paesi, ma sfortunatamente non è vero. Ovviamente, all'inizio dell'anno stavamo già seguendo le notizie e giravano voci su una possibile invasione, ma ci siamo rifiutati di credere anche solo per un momento a queste fonti. Ecco perché eravamo così scioccati quando è successo per davvero". 

Alexandra Kosteniuk
Alexandra Kosteniuk. Foto: Maria Emelianova/Chess.com.

Nello stesso giorno in cui è scoppiata la guerra, la Kosteniuk ha postato un'immagine visivamente potente sui social: un quadrato tutto nero. Nei post successivi ha espresso a parole le sue emozioni e la sua posizione, che è fortemente contraria alla guerra—una parola che non ha utilizzato, poiché è proibita. Invece, quando un altro scrittore avrebbe utilizzato "guerra", ha ripetuto la dicitura "...*proibita per decreto del Presidente della Federazione Russa del 03/04/2022".

La Kosteniuk e Tregubov stanno seguendo attentamente le notizie, leggono libri di storia, guardano video, ascoltano i podcast. "Abbiamo scoperto molti brillanti speaker russi, persone all'opposizione, di cui prima non avevamo sentito parlare semplicemente perché prima eravamo disinteressati alla politica", ha detto. "Da giocatori di scacchi, ora stiamo disperatamente cercando una risposta, tentiamo di capire cosa si sarebbe dovuto fare diversamente, dove è stato fatto l'errore critico. Sembra che ci siano stati numerosi segnali d'allarme: c'erano persone che dicevano che sarebbe successo".

Come il GM Garry Kasparov? "Sì, come lui per esempio; è stato così difficile da credere, ma aveva ragione".

La guerra ha diviso in due il mondo della Kosteniuk, dice. "Anche se passiamo molto tempo fuori dalla Russia, sarà sempre il mio Paese, la mia terra natale. Vederla collassare ora, e le conseguenze della guerra per i normali cittadini russi, non per quelli che stanno al potere ma per quelli ordinari che ne pagheranno pesantissime conseguenze, è difficile... Sento questo dolore ogni singolo giorno". 

Secondo la Kosteniuk, la Russia da alcuni punti di vista sta tornando ad essere un'Unione Sovietica, un paese che ha smesso di esistere quando lei aveva sette anni. "Ho sentito e letto molto del tempo in cui il popolo del mio paese non era libero di dire ciò che voleva. Dopo il collasso dell'Unione Sovietica, gli anni 1990 sono stati un periodo difficile, ma almeno eravamo liberi. Non ho mai provato in prima persona la coercizione a dire certe cose o no: sono cresciuta in un paese libero. Almeno, questo è ciò che percepivo, e ho sempre avuto libertà di espressione".

Ed è anche questo un motivo per cui adesso non può tornare in Russia: tornare significherebbe vedere propaganda costantemente, ascoltare e percepire quest'atmosfera. Non so cosa fare al momento: voglio essere libera, ed ora capisco quanto sia importante la libertà".

Voglio essere libera, ed ora capisco quanto sia importante la libertà.
—Alexandra Kosteniuk

Anche per la Kosteniuk l'esclusione dei giocatori russi e bielorussi è un argomento complicato. Il 16 aprile ha scritto su Instagram che non approva la decisione di Chess.com di impedire ai suoi membri di giocare sotto la bandiera russa. Comunque, crede anche che non sia questo il momento di discutere di queste cose:

"Sarò pronta a portare avanti un dialogo sulle restrizioni ai russi sulle piattaforme internazionali solo quando le azioni militari del governo russo sul territorio ucraino si saranno concluse. Finché questa "operazione speciale" continuerà, non credo di avere alcun diritto morale di contrastare una qualche ingiustizia. Il governo del mio Paese sta privando i suoi stessi cittadini dei più importanti diritti costituzionali: il diritto alla libertà, all'integrità personale e alla privacy, il diritto alla libertà di parola e di informazione, e altri ancora; sta stampando leggi che limitano i suoi stessi cittadini ad una velocità orripilante, e voi parlate di restrizioni sui cittadini russi al di fuori della Russia. Prima di insegnare a chiunque altro a vivere liberi con leggi libere, occupiamoci di questi concetti all'interno del nostro stesso paese". 

Nella telefonata per questo articolo, ha spiegato ulteriormente: "Non capisco come possiamo discuterne. Ormai sono due mesi di conflitto, ed è chiaro a questo punto che non potrà terminare presto. Gioco per il mio paese da più di 20 anni: è una perdita significativa non poter giocare per la mia squadra nazionale, ma allo stesso tempo... come possiamo parlare di questo mentre sta avendo luogo questa tragedia?"

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Peter Doggers

Peter Doggers joined a chess club a month before turning 15 and still plays for it. He used to be an active tournament player and holds two IM norms. Peter has a Master of Arts degree in Dutch Language & Literature. He briefly worked at New in Chess, then as a Dutch teacher and then in a project for improving safety and security in Amsterdam schools. Between 2007 and 2013 Peter was running ChessVibes, a major source for chess news and videos acquired by Chess.com in October 2013. As our Director News & Events, Peter writes many of our news reports. In the summer of 2022, The Guardian’s Leonard Barden described him as “widely regarded as the world’s best chess journalist.”

Peter's first book The Chess Revolution is out now!

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