
I podcast sugli scacchi
Quando abbiamo avviato L'Infilata, sapevamo bene che il panorama italiano dei podcast dedicati agli scacchi fosse molto limitato. In tre anni e tre stagioni abbiamo dato voce a grandi maestri, giocatori, streamer, editori e scrittori, provando a intrecciare prospettive diverse ma unite da un filo comune: il gioco a 64 caselle. E siamo stati spesso tra i pochi a farlo in formato audio. Per questo, nel debutto da blogger su Chess.com, non potevamo che partire da un tema familiare: i podcast. In Italia la scena resta ridotta e non molto diversa da qualche anno fa. Gli scacchi hanno trovato terreno fertile soprattutto su YouTube e Twitch, con contenuti immediati come tutorial, scalate online ed eventi ‘live’. È un linguaggio che funziona perché la voce accompagna l’immagine della scacchiera, senza sostituirla: il racconto nasce dalla mossa, non dalla parola.
Un’eccezione è la playlist Piccola storia degli scacchi su RaiPlay Sound. Il titolo può trarre in inganno: non si tratta di una narrazione completa della storia del gioco, ma di una raccolta di contenuti scacchistici provenienti da diversi programmi di Rai Radio. Il materiale presente è ancora scarso ma resta un contenitore utile per ascoltare interviste e storie legate al mondo degli scacchi.
I podcast in lingua inglese
Se ci si sposta sul panorama anglofono il quadro cambia. Qui i podcast sugli scacchi hanno trovato spazio con più continuità e sono diventati un riferimento stabile per appassionati, istruttori e giocatori di club. Il nome che ricorre più spesso è quello del Perpetual Chess Podcast, condotto da Ben Johnson attivo dal 2016 con uscite settimanali. In quasi dieci anni ha superato le 400 puntate, trasformandosi in una vera e propria biblioteca audio con interviste a grandi maestri, autori e allenatori. Il format è lineare e diretto, con un’attenzione particolare ai percorsi individuali e ai consigli pratici, qualità che ne hanno fatto uno dei prodotti più seguiti e longevi della scena internazionale.

Chess Journeys raccoglie, invece, le esperienze degli “adult improvers”, ossia di chi ha iniziato a giocare da grande e vuole migliorare nonostante il tempo limitato a disposizione. In questo caso il podcast alterna storie personali e indicazioni di metodo, con un approccio molto semplice.
Accanto a questi progetti, il panorama anglofono si arricchisce di voci di alto livello. Uno degli esempi più recenti è C-Squared Podcast, condotto dai GM Fabiano Caruana e Cristian Chirilă. Il taglio è diverso: meno didattico e più giornalistico, con analisi dei tornei d’élite, retroscena del circuito e riflessioni sullo stato del gioco ai massimi livelli. È un prodotto che guarda a un pubblico internazionale interessato non solo a imparare, ma anche a capire cosa accade “dietro le quinte” dei super tornei.

Sempre su un piano professionale si muoveva anche Chicken Chess Club, realizzato da tre grandi maestri molto noti nell’ambiente: Jan Gustafsson, Laurent Fressinet e Peter Heine Nielsen. Qui la chiave era la conversazione informale, con episodi più lunghi, spesso oltre l’ora, che mescolano attualità, aneddoti e battute tra insider. Per molti ascoltatori è un modo per avvicinarsi alla quotidianità del circuito di vertice, con toni meno filtrati rispetto ai media tradizionali. L’ultimo episodio, però, è risalente a marzo 2024.
Il mondo anglofono offre poi una serie di podcast collegati direttamente alla federazione statunitense. US Chess ha prodotto diversi format come Ladies Knight, condotto da Jennifer Shahade, incentrato su giocatrici e protagoniste o Chess Underground, che esplorava gli aspetti meno convenzionali della comunità.
Non mancano podcast indipendenti dedicati ai giocatori di club. Tra tutti segnaliamo The Chess Angle, prodotto dal Long Island Chess Club, che si concentra su problemi concreti che ogni appassionato incontra: tornei locali, gestione del tempo, psicologia della competizione. Ultima segnalazione: i podcast della rivista New In Chess, sempre ricchi di spunti.
Se ci si sposta oltre l’area anglofona, si trovano altri prodotti che vale la pena di ascoltare. In Germania, ad esempio, il titolo più conosciuto è Schachgeflüster, condotto da Michael Busse. Nato come iniziativa indipendente, è cresciuto fino a diventare un punto di riferimento per il pubblico tedesco grazie alle interviste a giocatori di primissimo livello, istruttori e dirigenti federali. In Spagna merita una menzione La vida en jaque, realizzato da El País e da uno dei maestri del giornalismo scacchistico, Leonxto Garcia. In questa mini-serie, il cronista ci si concentra sulle alcune storie molto famose della storia degli scacchi provando a raccontarle con dovizia di dettagli e curiosità.
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