Scacchi e sesso.

Ordina per:
Avatar di Fantascientista

Il vivaio femminile è molto più piccolo. Ovviamente un vivaio piccolo non può che esprimere un numero piccolo di player di alto livello. E' possibile che altri fattori pesino, ma il brutale confronto dei numeri già da solo dovrebbe costituire una spiegazione plausibile.

Avatar di Staga_det
watcherofthesky wrote:
stefanomondi ha scritto:
NiceAndFlowy ha scritto:

io sta cosa dei titoli esclusivi per le donne non l'ho mai capita. Un conto è cercare l'inclusività, che si raggiunge in ben altri modi, un conto è creare titoli a parte senza nessuna ragione. Allora creiamo titoli anche per gli over 70, visto che con l'età si gioca sempre meno frequentemente classical e si peggiora. facciamo gli SGM (Senior grandmaster), requisito 2100 fide. 

In effetti hai centrato il punto.
Anche in un post precedente ho definito che, ai fini del gioco, questa distinzione di genere non ha senso. Ma il gioco non è avulso da una dimensione sociale in cui, per incentivare le ragazze (e anche donne) a giocare è ragionevole inserire la categoria femminile. Il paragone con gli over70 è abbastanza calzante; perchè non lo fanno? Credo di poterti rispondere che questi potenziali over70 già giocano (o hanno giocato) per cui sono una risorsa meno appetibile del 50% dell'umanità che approccia al gioco.

Ma che senso ha! Fammi capire: siccome ci sono poche donne che giocano bisogna creare dei tornei solo femminili? Cioè vuoi dire che nel 2022 le ragazze non giocherebbero a scacchi perché si vergognano di gareggiare con i pari categoria maschietti ? Ma stiamo scherzando? Mi riesce più facile pensare che non giocano a scacchi per lo stesso motivo per cui una volta da piccine non giocavano ai soldatini o adesso con la playstation non giocano ai wargames o agli sparatutto. In sintesi mi rIesce più logico credere che poche donne giocano a scacchi semplicemente perché alla maggior parte di loro non piace come gioco.

 

Dal punto di vista sociologico e psicologico può non essere del tutto insensato creare delle competizioni per donne. Secondo me infatti sottovaluti il fattore costituito dalla rappresentanza: meramente vedere che altre donne ce la fanno nel mondo degli scacchi, avere dei punti di riferimento può incoraggiare una ragazza in erba a intraprendere quella strada. Viceversa, trovarsi di fronte un mondo dominato da soli uomini può essere scoraggiante.

Personalmente ritengo comunque sbagliato in principio creare competizioni "ghettizzate" per sole donne, ma per le ragioni di cui sopra non trovo del tutto fuori luogo (naturalmente non in misura permanente) mantenere dei premi per sole donne, con ad es. una classifica separata per il podio al femminile (alternativo non a quello maschile, ma a quello assoluto). Però sto ipotizzando a vuoto

Avatar di NiceAndFlowy

Partendo dal presupposto che, talento a parte, uomini e donne sono potenzialmente uguali in termini di capacità scacchistica e che la differenza media di punteggio è basata sulla differenza del numero di giocatori maschili e femminili, che è una cosa che la Fide continua a ripetere allo sfinimento, posso capire che per incentivare più ragazze/donne a giocare a scacchi esistano ANCHE i tornei femminili, è una forma di marketing pure quella e ci può stare. Benissimo.

Il mio problema sorge quando si parla di titoli femminili, perchè alla fine della fiera, donna o uomo che sei, sei semplicemente un giocatore di scacchi, una persona. Fine. Non ci dovrebbero essere distinzioni eccezion fatta per iniziative di marketing ( tornei femminili, pubblicità specifica, eventi, ecc.). La creazione di titoli esclusivamente femminili crea un doppio standard ridicolo e disintegra completamente la teoria che uomini e donne siano egualmente capaci di giocare a scacchi. Si afferma cioè implicitamente che le donne siano inferiori agli uomini negli scacchi, oltre a creare non poche ingiustizie sociali, perchè una donna con un punteggio di 2000 fide è titolata, con tutti i vantaggi del caso sia nell'ambito coaching che nell'ambito di creazione di corsi/lezioni di gruppo/ecc. ( e ha pure la diamond membership gratuita su chess.com! tongue.png), mentre un uomo con 2000 fide è uno sfigato qualunque.

Avatar di DioMETATRON
NiceAndFlowy ha scritto:

Partendo dal presupposto che, talento a parte, uomini e donne sono potenzialmente uguali in termini di capacità scacchistica e che la differenza media di punteggio è basata sulla differenza del numero di giocatori maschili e femminili, che è una cosa che la Fide continua a ripetere allo sfinimento, posso capire che per incentivare più ragazze/donne a giocare a scacchi esistano ANCHE i tornei femminili, è una forma di marketing pure quella e ci può stare. Benissimo.

Il mio problema sorge quando si parla di titoli femminli, perchè alla fine della fiera, donna o uomo che sei, sei semplicemente un giocatore di scacchi, una persona. Fine. Non ci dovrebbero essere distinzioni eccezion fatta per iniziative di marketing ( tornei femminili, pubblicità specifica, eventi, ecc.). La creazione di titoli esclusivamente femminli crea un doppio standard ridicolo e disintegra completamente la teoria che uomini e donne siano egualmente capaci di giocare a scacchi. Si afferma cioè implicitamente che le donne siano inferiori agli uomini negli scacchi, oltre a creare non poche ingiustizie sociali, perchè una donna con un punteggio di 2000 fide è titolata, con tutti i vantaggi del caso sia nell'ambito coaching che nell'ambito di creazione di corsi/lezioni di gruppo/ecc. ( e ha pure la diamond membership gratuita su chess.com! ), mentre un uomo con 2000 fide è uno sfigato qualunque.

Concordo.

Avatar di kreossino

io credo che uomini e donne ... a scacchi debbano confrontarsi senza distinzione

sono sicuro che a vincere sarebbe il più bravo/brava!

Avatar di Serpieri
kreossino ha scritto:

io credo che uomini e donne ... a scacchi debbano confrontarsi senza distinzione

sono sicuro che a vincere sarebbe il più bravo/brava!

Concordo senza riserve. thumbup.png

Avatar di watcherofthesky

Grazie a tutti per i vostri contributi.

Avatar di Labronico17

Considerato che il pezzo più forte degli scacchi è la Regina mi sembra quasi superfluo aggiungere altro!!

Freddura a parte concedo la disparità solo quando nello sport è necessaria la forza muscolare, in altri ambiti dove questa non necessita, le donne hanno le stesse possibilità degli uomini. Gli studi di genere hanno ragione solo fino a prova contraria dato che è piuttosto semplice delineare eventuali differenze basate su concrete evidenze basta far giocare le donne assieme agli uomini, poi sarà il "campo" a stabilire eventuali e varie.

Avatar di Serpieri
Labronico17 ha scritto:

... concedo la disparità solo quando nello sport è necessaria la forza muscolare, in altri ambiti dove questa non necessita, le donne hanno le stesse possibilità degli uomini. Gli studi di genere hanno ragione solo fino a prova contraria dato che è piuttosto semplice delineare eventuali differenze basate su concrete evidenze basta far giocare le donne assieme agli uomini, poi sarà il "campo" a stabilire eventuali e varie.

La penso esattamente come te. thumbup.png

Avatar di DirkFlasche

Se la mettiamo così allora va bene che la regina è il pezzo più forte - ma il pezzo più importante è il re!! tongue.png La donna si può anche sacrificare, il re no! Parabola della vita? Del resto sono d'accordo che negli scacchi non dovrebbe esserci la distinzione tra uomini e donne

Avatar di JFSebastianKnight
Serpieri ha scritto:

... Nel mondo degli scacchi la sola cosa che conta è quella di cercar di giocare al proprio meglio (con cavalleresca lealtà) a scacchi. Rammento, al riguardo, un breve raccontino di Fritz Leiber che spiega il concetto meglio di tanti libri. I mantenere un "percorso separato" per le donne, finirà sempre per escluderle "de facto" dall'essere, in ambito scacchistico, vere protagoniste...

 

Incuriosito su Fritz Lieber.

Io ho trovato questa citazione da "The 64-Square Madhouse" (1962), è la storia finzionale di un torneo di scacchi che vede per la prima volta la partecipazione di un computer tra i concorrenti (tutti maschi?). Un giornale, il Chicago Space Mirror, ha mandato la sua corrispondente più strampalata a coprire l'evento:

  • "Silently, so as not to shock anyone with illusions about well-dressed young women, Sandra Lea Grayling cursed the day she had persuaded the Chicago Space Mirror that there would be all sorts of human interest stories to be picked up at the first international grandmaster chess tournament in which an electronic computing machine was entered." "You are not the first to be shocked and horrified by chess," he assured her. "It is a curse of the intellect. It is a game for lunatics”or else it creates them."

...ma non credo ci si riferisse a questa grin.png

Avatar di JFSebastianKnight

Per il resto sarei favorevole all'abolizione dei tornei femminili, oppure - in alternativa - all'ammissione anche di uomini a questi tornei (visto che - a quanto leggo - le donne possono già partecipare a quelli "assoluti" maschili).

Chiederei poi anche l'apertura di una commissione d'indagine parlamentare per indagare su chi, come e perché ha messo in piedi l'attuale sistema, per valutare attentamente se non sia il caso di revocare tutti i titoli assegnati sino a questo momento.

Avatar di DioMETATRON

Quelli assoluti si chiamano in quel modo perché non sono né maschili né femminili, la tua proposta mi sembra insensata sotto molti punti di vista.

 

Avatar di JFSebastianKnight

Sì, esatto, Dio...

Quello che mi sembrava suggerisse Lieber, nel brano citato del suo breve racconto, era proprio che gli scacchi sono insensati, da molti punti di vista.

La commissione a cui accennavo servirebbe anche per stabilire se lo siano necessariamente, insensati, o se lo siano diventati a causa dell'intervento di qualcuno, e idealmente anche a che scopo.

Avatar di Serpieri

Che bello, Sebastian, che l'accenno al racconto di fantascienza (di cui peraltro ho -mea cry.png culpa!- sbagliato a rammentare il nome dell'autore: ho additato Fritz Leiber, ma il raccintino cui mi riferivo e che si intitola in italiano "I giocatori di scacchi" è di un altro grande autore specializzatro nello scrivere fantascienza [genere che amo molto, così come amo molto anche il genere fantasy]: Charles Harness). Riguardo a ottimi autori di fantascienza che hanno scritto anche di scacchi nei loro romanzi o racconti, mi permetto di postarti un link ad una pagina che spero ti interesserà: https://www.labottegadelbarbieri.org/il-simbolismo-degli-scacchi-nella-fantascienza/

Avatar di x-4089716786

Premettendo che questo topic si dovrebbe semmai intitolare “Scacchi e genere femminile”, penso che la vera questione da porsi sia la seguente: perché la donna è meno interessata al gioco degli scacchi rispetto all’uomo? Per ragioni storiche e sociologiche sicuramente, ma io ritengo anche per qualche fattore antropologico dell’essere femminile, che la porterebbe ad appassionarsi più ad altro tipo di gioco o attività piuttosto che a uno in cui bisogni sedersi a tavolino, e spendere ore e ore ad analizzare e calcolare posizioni in rigoroso silenzio.

Penso inoltre che la questione sia similare a quella sul perché la donna sia meno interessata rispetto all’uomo alle scienze matematiche-naturalistiche in confronto a quelle umanistiche-sociali, sempre generalmente parlando. Anche qui, come negli scacchi, i dati statistici ci dimostrano una gran disparità tra le discipline, e ci indicano che la donna sarebbe più attratta da materie come la linguistica, la legge o l’economia piuttosto che la fisica, la chimica o l’informatica.

Ergo nemmeno io credo che sia una questione di deficit cognitivo, come per dire che dato che gli scacchi sono difficili allora la donna non riesce giocarci bene! Bensì credo che sia una questione d'interesse di volontà. Dunque, apparirebbe più chiara la spiegazione del fatto su come mai nel mondo scacchistico ci sono meno donne rispetto agli uomini, e su come mai le migliori Gran Maestre non possono competere con i migliori Gran Maestri, a oggi.

Avatar di Rigattiere
Andrea_Farioli_1 ha scritto:

 [...] penso che la vera questione da porsi sia la seguente: perché la donna è meno interessata al gioco degli scacchi rispetto all’uomo? Per ragioni storiche e sociologiche sicuramente, ma io ritengo anche per qualche fattore antropologico dell’essere femminile

[...] i dati statistici ci dimostrano una gran disparità tra le discipline, e ci indicano che la donna sarebbe più attratta da materie come la linguistica, la legge o l’economia piuttosto che la fisica, la chimica o l’informatica.

Trovo la domanda stimolante. 

 

Credo la risposta stia nell'antropologia culturale ed esattamente nel modo in cui la donna è: percepita, immersa e condizionata dalla e nella società. Senza dilungarmi pongo il risalto il fatto che fino a circa la scuola media le ragazze competono a scacchi  omogeneamente coi ragazzi e con risultati sostanzialmente sovrapponibili; la discrepanza fra i risultati agonistici più in la negli anni sembra quindi essere dovuta proprio alla differenza delle due popolazioni in termini numerici. Se poi il problema fosse spiegabile solo dalle capacità cognitive allora perché non prendere in esame anche il rendimento nello studio come test di verifica...

Gli scacchi non sono il sono ambito in cui la maggioranza delle donne preferisce non cimentarsi, freccette e calcio balilla sono altri esempi. Mi verrebbe da azzardare che il fattore discriminante per i sessi sia un un' ambiente competitivo e magari con un chiaro vincitore.

 

Sicuramente esistono differenze fra uomo e donna che vanno oltre a cacciatore-raccoglitore e altri sociali più vasti. Più evidente è la differenza della massa muscolare meno evidenti sono gli ormoni ma anche ad esempio proprio l'area linguistica e se non sbaglio la capacità di calcolare rotazioni di oggetti. Possono essere quindi legittimi i dubbi che a livello agonistico, soprattutto ai vertici, il sesso possa incidere, anche se in modo lieve,  sulle prestazioni scacchistiche.

Hou Yifan indicò la maggiore resistenza dell'uomo come una delle possibili cause della disparità di prestazioni. Carlsen dichiarò che è importante mantenere costante il livello di zuccheri nel sangue durante tutte le ore della partita... 

 

P.s.  ricordavo che proprio chimica ed informatica fossero più equamente divise all'interno delle facoltàscientifiche.

Avatar di Rigattiere

Scusate l'OT, tornando all'OP la risposta credo che sia semplicemente da ricercare nello stesso motivo per cui si differenziano tutte le altre categorie negli scacchi ed una piccola miscela di varie altre cose, tra le quali: aspetti sociali, promozione dello sport ed avere una categoria femminile come negli altri sport.

 

Che senso hanno i premi di fascia?

Premiare le persone di quella fascia.

 

Perché dovremmo ad esempio premiare u14, u16, u18 oppure nc oppure under 1xxx? 

Per incentivare tutti a giocare e magari per riconoscere categorie che non hanno una loro fascia propria.

 

Perché i tornei non sono tutti open? 

Perché vincerebbero sempre i soliti pochi noti, in altri sport esistono i premi di categoria per lo stesso problema. Negli scacchi per la maggiore i tornei hanno due fasce: magistrale e non, difficilmente ogni categoria può trovare un gruppo di avversari equilibrati per cui si fa quasi un open weight. 

Avatar di Labronico17

Probabilmente è tutto vero, l'uomo sarà più incline a determinate discipline rispetto alla donna, gli studi potrebbero confermare svariate ipotesi sulla differenza di comportamento, tutto lecito, di fatto però tutti questi dubbi potrebbero svanire una volta che fai accedere le donne su una scacchiera, visto che si parla di scacchi, e le fai confrontare con gli uomini senza barriere di nessun tipo, poi facilmente si tirano le somme.  

Avatar di Labronico17

ahaha...accidenti al politicamente corretto!!...xd