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Judit Polgar: "abolite i titoli femminili"
Judit Polgar durante il podcast di New in Chess. Immagine: dal video di New in Chess.

Judit Polgar: "abolite i titoli femminili"

PeterDoggers
| 1 | Miscellanea

Non sarebbe meglio se non ci fossero titoli scacchistici separati per le donne? La GM Judit Polgar, la più forte scacchista donna di tutti i tempi, ha dato questo stimolante suggerimento qualche giorno fa nell'ultimo podcast di New in Chess, riaccendendo un vecchio dibattito.

La più giovane delle tre sorelle Polgar, Judit, è diventata Grande Maestro nel 1991 all'età di 15 anni e quattro mesi, battendo il record che il GM Bobby Fischer deteneva dal 1958. Cinque anni dopo è diventata la prima e unica donna a entrare nella top 10 mondiale. Nel corso della sua carriera, Polgar è stata la prova vivente che sia gli uomini sia le donne possono raggiungere i vertici degli scacchi.

Divari di partecipazione e di rendimento

Poiché negli scacchi continua a esistere un divario di partecipazione e di prestazioni tra uomini e donne, a Polgar sono state poste numerose domande relative al genere. Per esempio, ha ricordato quando il GM Nigel Short ha scritto in una controversa rubrica del 2015 che "i cervelli di uomini e donne sono cablati in modo molto diverso" e "piuttosto che agitarsi per la disuguaglianza, forse dovremmo accettarlo come un dato di fatto".

Parlando al TIME, Polgar ha detto: "siamo capaci di lottare come gli uomini e credo di averlo anche dimostrato nei decenni in cui ho giocato attivamente a scacchi. Non è una questione di genere, è una questione di intelligenza".

Uomini e donne sono diversi, ma ci sono diversi modi di pensare e di combattere che permettono di raggiungere lo stesso risultato — Judit Polgar (@GMJuditPolgar), 10 aprile 2015.

Ambizione

Ciò che Polgar ha sostenuto nel corso della sua carriera è che molte donne, anche quelle che hanno raggiunto i vertici degli scacchi femminili, potrebbero fissare l'asticella un po' troppo in basso. Nel podcast ha detto: "non ho mai parlato con una [scacchista] donna di alto livello che abbia detto: 'sì, credo che le donne possano diventare brave quanto gli uomini perché non c'è differenza'. La differenza c'è, ma non è la differenza che c'è tra donne e uomini che ti impedisce di diventare una giocatrice da top-10, diciamo".

Non ho mai parlato con una [scacchista] donna di alto livello che abbia detto: 'sì, credo che le donne possano diventare brave quanto gli uomini perché non c'è differenza.

Polgar ha inoltre osservato che: "è importante quello che si dice anche alle ragazze, alla prossima generazione, ai genitori, quello che gli allenatori dicono alle bambine: se dici loro che possono diventare Campionesse del Mondo assolute e diventare migliori di Magnus [Carlsen] o se dici loro che possono diventare migliore di Hou Yifan, diciamo, perché poi le posizioni in modo molto diverso".

Questo punto di vista è in linea con uno studio del 2023 condotto da ricercatori di psicologia dell'Università di New York, di cui è coautrice la WGM Jennifer Shahade, secondo cui i genitori e i mentori spesso credono che le ragazze abbiano un potenziale inferiore a quello dei ragazzi negli scacchi, un pregiudizio che è più pronunciato tra coloro che pensano che il successo negli scacchi richieda una genialità innata.

Tornei femminili

Polgar ha sempre sostenuto che le ragazze e le donne dovrebbero giocare in eventi aperti, in mezzo agli uomini, e non limitarsi ai tornei femminili. Nel podcast di New in Chess, tuttavia, ha sottolineato di non essere contraria ai tornei femminili: 

"Penso che semplicemente ci siano molte cose nella vita che sono come sono solo perché lo sono da molti anni, e lasciamo che lo siano perché è più facile che cambiarle. [...] Avere tornei per sole donne è una di queste: perché dovremmo cambiare, perché gli allenatori dovrebbero cambiare mentalità, perché le circostanze dovrebbero cambiare?".

Judit Polgar commentator
Judit Polgar come commentatrice. Foto: Maria Emelianova/Chess.com.

Titoli femminili

Polgar ha però proposto un'idea radicale: abolire i titoli femminili come WFM, WIM e WGM, dei titoli riservati esclusivamente alle donne che hanno soglie più basse per ottenerli ed esistono accanto ai titoli di FM, IM e GM, che possono essere conseguiti da uomini e donne.

Per esempio, è più facile ottenere il titolo di WGM che quello di IM: per quello di WGM sono sufficienti tre norme con una performance superiore ai 2400 e un Elo FIDE di 2300, mentre per l'IM sono necessarie tre norme con una performance superiore ai 2450 e un Elo FIDE di 2400.

"Ultimamente stavo pensando che c'è qualcosa, diciamo una cosa, che potremmo cambiare e allora forse l'ambiente e la vita degli scacchi e delle ragazze e delle donne scacchiste cambierebbero", ha detto Polgar. "Ho pensato che forse sarebbe stato possibile e che sarebbe stato un ottimo tentativo, almeno per provare, quello di abolire i titoli femminili. Voglio dire, perché abbiamo dei titoli femminili? Perché non abbiamo un titolo per i 2000, per i 2200, per i 2300, per i 2400, per i 2500, per i 2600, per i 2700? Non è molto meglio avere i titoli basati sull'Elo senza che siano riservati alle donne o agli uomini?".

Perché non abbiamo un titolo per i 2000, per i 2200, per i 2300, per i 2400, per i 2500, per i 2600, per i 2700? Non è molto meglio avere i titoli basati sull'Elo senza che siano riservati alle donne o agli uomini?

Secondo Polgar, un mondo scacchistico senza titoli femminili potrebbe favorire l'approccio delle ragazze e delle donne agli scacchi e il livello che potrebbero raggiungere. "A volte, con una cosa molto semplice, possono verificarsi grandi cambiamenti", ha detto, "perché improvvisamente anche la mentalità delle donne cambierebbe e una donna direbbe: ’ok, non importa se gioco in un torneo open o in un torneo femminile, io punto a ottenere questo titolo. Questo titolo appartiene al mio Elo, non al mio genere. È la mia forza, è la mia conoscenza, è quello che posso fare, giusto?'. Quindi penso che questo sarebbe un primo passo, che potrebbe essere anche una soluzione estremamente semplice e che non farebbe male a nessuno, né alle donne né agli uomini".

Il podcast di New in Chess.

Una vecchia discussione

Il tema dell'abolizione dei titoli femminili non è nuovo: aveva già raggiunto i media mainstream 15 anni fa, quando il Wall Street Journal ne aveva parlato in un lungo articolo. La GM Irina Krush era d'accordo con il suggerimento di Polgar e aveva affermato: "non ne vedo l'utilità. I titoli femminili sono davvero un indicatore di aspettative inferiori". Krush avrebbe ottenuto il titolo di GM quattro anni dopo, nel 2013.

Qualche anno prima dell'articolo del WSJ, l'allora editorialista di scacchi Mig Greengard sosteneva che:

"Gli scacchi femminili" sono una discriminazione costruttiva praticamente per definizione. In uno sport, questo significa pagare premi e organizzare eventi per le giocatrici più deboli e, a parte Judit Polgar, lo sono. [...] Non credo che i titoli siano una buona idea perché incoraggiano standard di gioco più bassi. Gli eventi hanno più senso perché aiutano a far entrare le donne nel gioco pian piano, almeno a livello giovanile. Ma i titoli femminili e gli eventi per sole donne a livello professionistico sono alquanto bizzarri e perpetuano sia una reale inferiorità che un complesso di inferiorità.

In seguito, Greengard ha descritto i titoli femminili come "un'azione sessista e idiota che fa ben poco oltre al formalizzare delle basse aspettative".

Reazioni contrastanti

Il suggerimento di Polgar nel podcast di New in Chess ha suscitato reazioni contrastanti, ad esempio su X - Twitter. Jennifer Shahade ha osservato che "in teoria ha senso".

E la conversazione non è recente. Ricordo ancora vividamente di essere stata presa in giro da tutti i miei amici per aver ottenuto una norma da WIM decenni fa. Forse perché non era un risultato particolarmente grande per me. Non ricordo alcuna gioia in tutto ciò. Forse se fosse stata da WIM/JM avrebbero parlato di meno!  — Jennifer Shahade (@JenShahade), 2 settembre 2024.

La streamer ucraina e autrice Chessable Angelika Valkova preferirebbe "creare un ambiente migliore nel mondo degli scacchi per le ragazze e le donne" prima di tutto, "invece di togliere loro gli unici piccoli vantaggi che hanno".

Per prima cosa, dovremmo creare un ambiente migliore nel mondo degli scacchi per le ragazze e le donne, invece di togliere loro gli unici piccoli vantaggi che hanno. Una volta che questo avverrà e la quota femminile negli scacchi salirà, potremo prendere in considerazione la possibilità di "abolire i titoli femminili". — Angelika Valkova (@chessborn), 1 settembre 2024.

Ciò che è chiaro è che l'abolizione dei titoli femminili e la creazione di titoli legati all'Elo sarebbe un cambiamento con enormi conseguenze per il mondo degli scacchi (compresa una possibile soluzione per il titolo di GM, gravemente svalutato). Il ricercatore australiano e GM David Smerdon ha osservato che la questione dovrebbe essere gestita con la massima attenzione:

Sarebbe un esperimento interessante da valutare. Ma dovrebbe essere ragionato con molta attenzione, e non da giocatori di scacchi. — David Smerdon (@dsmerdon), 2 settembre 2024.

PeterDoggers
Peter Doggers

Peter Doggers joined a chess club a month before turning 15 and still plays for it. He used to be an active tournament player and holds two IM norms. Peter has a Master of Arts degree in Dutch Language & Literature. He briefly worked at New in Chess, then as a Dutch teacher and then in a project for improving safety and security in Amsterdam schools. Between 2007 and 2013 Peter was running ChessVibes, a major source for chess news and videos acquired by Chess.com in October 2013. As our Director News & Events, Peter writes many of our news reports. In the summer of 2022, The Guardian’s Leonard Barden described him as “widely regarded as the world’s best chess journalist.”

Peter's first book The Chess Revolution is out now!

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