Marco Montemagno: "Ho raggiunto i 2000 su Chess.com, ora cerco un nuovo obiettivo"
Marco Montemagno, imprenditore italiano di 53 anni e finalista del PogChamps 2 italiano, ha raggiunto i 2000 punti rapid su Chess.com! Lo abbiamo intervistato per saperne di più sul suo percorso nel mondo degli scacchi.

Dal Pog ai 2000
Lo YouTuber si era posto l'obiettivo di arrivare a 2000 punti Rapid su Chess.com dopo il PogChamps, decidendo di dedicarsi agli scacchi con maggiore costanza. Per farlo ha iniziato a prendere lezioni con il Maestro Internazionale Pierluigi Piscopo a gennaio 2024, e ha documentato il proprio percorso attraverso dei video caricati su un suo canale YouTube dedicato agli scacchi.
Montemagno aveva un punteggio di partenza di 1475, e inizialmente l'idea era quella di riuscire nell'impresa in un anno, ma guadagnare quei 525 punti si sarebbe poi rivelato più difficile del previsto: a gennaio 2025 il suo punteggio oscillava ancora tra i 1700 e i 1800 punti. Eppure, l'imprenditore non si è dato per vinto, e dopo ben 11.640 partite giocate su Chess.com in meno di tre anni, ha aggiunto questa importante pietra miliare alla collezione dei suoi successi.
Abbiamo chiesto a Montemagno di raccontarci qualcosa in più sul suo percorso nel mondo degli scacchi; riportiamo domande e risposte qui sotto. L'intervista è stata condotta dal CM Romualdo Vitale.
Intervista
Come ci si sente ad aver ottenuto questo punteggio?
È una roba strana: di solito uno festeggia perché ottiene un risultato economico o di fama particolare, qui non c'è niente. Non è che ha cominciato a suonare il telefono e mi ha chiamato Magnus Carlsen! La vittoria sei tu che ti dai una pacca sulla spalla. Il mio maestro mi ha detto "Bravo Monty" e fine della storia, ma ero veramente felice: ci tenevo! Mi manca sicuramente un po' di esperienza sulla scacchiera fisica, ho giocato dal vivo forse solo quattro volte.
La vittoria sei tu che ti dai una pacca sulla spalla. Il mio maestro mi ha detto "Bravo Monty" e fine della storia, ma ero veramente felice: ci tenevo!
– Marco Montemagno
Ti piacerebbe avvicinarti al mondo del gioco dal vivo? Pensi di avere il tempo?
Fare un torneo di tanti giorni sarebbe troppo impegnativo, poi in famiglia mi tolgono il saluto! So che qui a Brighton ci sono dei pub in cui magari a volte organizzano degli eventi o piccoli tornei, quello potrei farlo. Io nasco come pongista, quindi mi piace l'idea di avere davanti un avversario fisico, mi piace la competizione.
A casa come l'hanno presa questa tua sfida e poi la notizia di essere arrivato a 2000?
Bisognerebbe chiederlo a mia moglie! I miei figli l'hanno presa bene, l'hanno vista come una buona sfida ed erano contenti quando ce l'ho fatta. Mia moglie non ti so dire come l'ha presa, è una cosa un po' strana, perché è una cosa che tu fai da solo: magari c'è una bella giornata e tu ti assenti al chiuso a giocare, sembri un po' fuori dal mondo, per chi non gioca. Poi a un certo punto è diventata una delle gag quotidiane, tipo: "è nervoso? Vuol dire che ha perso a scacchi!". Forse erano contenti quando ho detto di avercela fatta perché pensavano che avrei smesso, ma non sanno che non ho nessuna intenzione di smettere. L'importante, per me, è pormi un nuovo obiettivo, io vado molto per obiettivi. Prendere un Elo dal vivo potrebbe essere uno di quelli.
Hai un po' paura di perdere i punti ora che sei arrivato a 2000?
Sì, infatti le ultime partite le ho giocate senza punti! Almeno per una settimana voglio vedere quel numero lì, anche se una cosa che ho capito è che il numero non rappresenta necessariamente la forza reale del giocatore. So che riscenderò, perché un conto è essere arrivato a 2000, un altro è essere stabile sui 2000. La mia dedizione era anche dovuta al fatto che avevo l'obiettivo e la motivazione di arrivare a 2000, per me è importante pormi un altro obiettivo. Sono una persona curiosa, mi piace molto l'apprendimento. Ho giocato a ping pong per tanti anni, sono arrivato al quinto posto nella classifica italiana, anche se ero scarso a livello internazionale. Qualche anno fa ho provato a riprendere a giocare, ed è cambiato molto questo sport negli anni, ma soprattutto ai tempi miei non c'era YouTube; ho passato molto tempo a guardare video che mi hanno aiutato a capire la soluzione a problemi che non riuscivo a risolvere. È stato lo stesso con gli scacchi: ho guardato molti video per capire la logica dietro a una certa apertura o a una certa mossa.
Hai trovato beneficio in altre attività della tua vita quotidiana grazie agli scacchi?
Iniziare a giocare a scacchi mi ha aiutato a pensare meglio, a prendere meglio le decisioni. Se guardo anche il mio rendimento lavorativo, è un buon momento per me, e gli scacchi hanno senz'altro avuto un impatto. Ti insegnano ad avere la pazienza di restare col problema a lungo, senza scansarlo o evitarlo; nell'era dei social è un'arte un po' dimenticata, ma gli scacchi mi hanno aiutato a togliere l'automatismo nelle decisioni o nelle reazioni, non decido più tutto d'istinto. La capacità di fermarsi, ponderare le opzioni e pensare a un livello più profondo alle conseguenze è fondamentale, soprattutto nel lavoro. Consiglierei a tutti di fare scacchi, dovrebbero essere obbligatori a livello lavorativo e a scuola.
Nell'era dei social è un'arte un po' dimenticata, ma gli scacchi mi hanno aiutato a togliere l'automatismo nelle decisioni o nelle reazioni.
– Marco Montemagno
Anche se gli scacchi sono un microambiente in cui non c'è l'imprevisto o il caso sono comunque un piccolo specchio della vita: ti aiutano a mettere ordine nella vita e ti insegnano ad affrontare i problemi con tranquillità e serenità, non con frustrazione e giocando una mossa a caso.
In effetti, la chiave nella vita e nel lavoro è quella. Magari hai un problema, o vorresti guadagnare di più ma non sai come fare: sai che c'è una soluzione, tu magari non la conosci, ma altri l'hanno trovata, si tratta solo di trovarla. Non è una cosa per cui lamentarsi, basta avere la mentalità giusta per risolvere un problema.
Quale pensi sia stato l'aspetto più difficile della salita verso i 2000?
Premetto che, arrogantemente, pensavo fosse più facile. Pensavo che passare da 1000 a 2000 fosse semplice come passare da 0 a 1000, quindi come prima cosa direi che ho sottovalutato il livello di sforzo e dedizione necessarie. L'altra cosa è che io ho 53 anni, e gli scacchi sono difficili, almeno per me! Poi a volte il mio cervello è più attivo e altre no, ed è difficile capire come attivarlo. È complicato anche trovare il tempo, soprattutto se hai famiglia e molti impegni di lavoro. Io ho fatto 12.000 partite, cercando di giocare ogni secondo, e forse è anche un modo un po' sbagliato di giocare: magari giocavo tra una call e l'altra e avevo sempre la sensazione di dover interrompere da un momento all'altro. Per questo quando avevo un pomeriggio libero giocavo 6 ore di fila, e non era il massimo, perché dopo un'ora il cervello è fuso e inizi a sbagliare.
Quindi la tua soluzione per trovare il tempo di giocare è stata giocare in qualsiasi momento?
Esatto, la mia soluzione pratica è stata giocare ogni qualvolta avessi un momento libero! Quando portavo mio figlio a scuola, oppure quando ho fatto un tour nei teatri, approfittavo di ogni momento libero per giocare. Il pro è che ho fatto un sacco di partite, il contro è che ne ho perse tantissime, per abbandono o per addormentamento. Non è la soluzione migliore, ma per me era l'unico modo. In questa fase dovrei capire un po' il da farsi, però in generale quando posso gioco. Il mio maestro mi diceva di non giocare troppe partite, di fare esercizi e di giocare quando avevo tempo. Ovviamente ho violato questa regola in modo clamoroso, ma forse avrei fatto meglio se avessi giocato meno con più attenzione.
Che tipo di allenamento hai seguito in questo periodo? Cerchi di risolvere i problemi di scacchi quando hai tempo o ti concentri solo sulle partite?
Sì, ho sempre risolto molti problemi, guardando le statistiche vedo che ne ho fatti 7500, quindi nella mia routine ho fatto un po' di problemi per "scaldarmi" e poi le partite. Solitamente vado su Chess.com, faccio "problemi tematici" e come intervallo 2000-2500, tutti i temi. All'inizio ne facevo di più semplici, come matto in uno o matto in due, poi sono passato a tutti i temi e ho aumentato pian piano l'intervallo di punteggio.
Fai anche le raffiche di problemi? Nelle raffiche devi risolvere quanti più problemi possibile in 3 o 5 minuti, hai 3 strike e al terzo errore hai perso.
No, quelle no, anche se è interessante. Ho notato che sono via via sempre più incapace quando mi viene tolto il tempo: se gioco a 5 minuti non riesco a giocare, non so se sia questione di abitudine o se è perché il mio cervello è più lento. È vero anche che ho giocato molte meno blitz, quindi magari sono solo meno allenato, ma riconosco che anche in altri giochi sono abbastanza lento nelle reazioni.
Che consiglio daresti a un principiante che vuole migliorare a scacchi?
Sicuramente di avere la mentalità di una persona che vuol raggiungere un obiettivo: bisogna concentrarsi e non mollare, accettando gli up and down, ma cambiando le cose sbagliate. A livello prettamente scacchistico, è stato utile per me seguire i principi di base, quelli che di solito i principianti ignorano: sviluppare i pezzi, arroccare, connettere le torri, e poi pensare. In verità, però, quando vedo le partite che ho giocato ultimamente noto che anche se ho il re in mezzo mi butto all'attacco! C'è da dire però che, anche al livello 1900-2000 su Chess.com ci sono errori clamorosi, andando a rivedere la partita ci si rende conto che c'era una donna in presa o un matto in due che nessuno aveva visto. Consiglio quindi di controllare se ci sono pezzi in presa, per esempio. Il mio maestro mi ha dato un consiglio molto utile, ossia di avere una visione non storica, ma geografica della scacchiera. È importante analizzare la scacchiera ex novo, da zero, come se fosse una mappa: se la mappa è cambiata, bisogna valutarla di nuovo. Un ultimo consiglio che darei è sulle aperture: io mi sono fatto mille problemi sulle aperture, perché non le conoscevo e mi dicevo che dovevo studiarle, invece al nostro livello va bene prima seguire i principi base, e poi si gioca a scacchi. Ci sono tanti concetti banali che un principiante ignora e che ti permettono di vincere un sacco di partite, per esempio io spesso mi ritrovo nel finale con una torre che deve proteggere altri pezzi piuttosto che essere attiva, e sto studiando un po' i finali per evitare di commettere questo errore.
Ci sono delle aperture che ti hanno accompagnato in questo percorso?
Ultimamente mi sono messo a studiare il London System, perché è più stabile rispetto ad altre aperture che usavo prima, però io ho tre piani in testa, se mi blocchi quelli non so bene che fare. Il mio maestro infatti mi ha sempre detto di provare a guardare la posizione, calcolare e provare a fare la mossa migliore, anche se non conosci la teoria. Ecco, questo è un altro consiglio che darei ai principianti! Spesso ho subito dei trucchetti in apertura, ma secondo me è sbagliato ricorrere alle trappole: se mi batti perché mi hai fatto un trucchetto in apertura non mi hai battuto a scacchi, mi hai battuto perché non lo conoscevo. Ben diverso è se facciamo una partita in cui sviluppiamo i pezzi, giochiamo e poi mi batti. Da Nero ho sempre giocato la Caro-Kann, ma contro e4; contro d4 mi ha detto il mio maestro di giocare d5, quindi per un periodo non l'ho giocata. Poi ho seguito i ChessBrah fare la scalata con c6 against everything (c6 contro tutto) e ho deciso di fare lo stesso.
Il mio obiettivo è: parto solido, arrocco e poi ne riparliamo. Da Bianco all'inizio giocavo il Jobava London, poi il mio maestro me l'ha vietato! Mi piaceva tantissimo, ma lui diceva che dovevo sviluppare una logica più sensata, era un'apertura troppo avanzata per me. Per un periodo ho giocato il Gambetto Göring, ma avevo sempre la sensazione di partire sempre con tanti pezzi in meno, quindi ora mi sono messo a giocare il London, che mi fa sentire più solido, mentre prima mi sentivo più... all'arrembaggio! Ora ho visto miliardi di video sul London System, eppure mi è ancora oscuro. Lo gioco sempre, tranne quando l'avversario gioca la Pirc o la Difesa Indiana, in quel caso gioco più Jobava Style!
La tua community come ha preso questa scalata?
La reazione è stata molto positiva: ho scoperto che molti sono interessati agli scacchi, ma anche quelli non interessati agli scacchi l'hanno presa come una sfida, un percorso. Chi segue i miei contenuti ha un animo intraprendente, fa parte dell'animo della mia community rimettersi sempre in discussione. Ho anche attirato tutti i miei hater, che me ne hanno dette di tutti i colori, ma penso sia stato un bell'esperimento sociale. Abbiamo pubblicato tutte le lezioni in un canale separato, quindi è stato molto positivo in generale. Poi gli hater ci sono sempre e ti dicono qualunque cosa: prima mi dicevano che non ce l'avrei mai fatta, ora che ce l'ho fatta mi dicono che ho barato. È curioso, perché quando perdevo dicevano che ero io, e quando vincevo era tutto finto e non ero io... Beh, mettetevi d'accordo!
Prima hai parlato del PogChamps, sei arrivato in finale e poi hai perso contro Blur. Secondo te come andrebbe adesso un'eventuale sfida contro Blur?
Non ho idea di quale sia il suo livello, io però ai tempi ero 1100. Sarebbe interessante sfidarlo di nuovo. Quando si è amatori si può perdere quasi con chiunque, dipende dal momento e dalla partita. 20 giorni fa ho giocato 10 partite con mio figlio più grande, che giochicchia, ma non in modo serio. Ne ho vinte 9 e ne ho persa 1, ma quella in cui ho perso mi ha proprio dominato! Per questo dico che se uno ha un livello da 1300 a 2000 su Chess.com gli errori possono essere talmente clamorosi che puoi perdere quasi con chiunque sappia giocare un minimo.
Non vediamo l'ora di scoprire quali sono i tuoi prossimi obiettivi scacchistici, allora!
Sarebbe interessante pensare a una sfida sensata con qualcuno, che abbia senso per me e per il pubblico. Potrebbe essere un'idea individuare un personaggio e capire se è possibile o impossibile vincerci: è uno stimolo per il pubblico che si chiede chi vincerà, e per me che so che devo allenarmi per vincere. Ci sto pensando, vediamo... Penserò a un'eventuale sfida con qualcuno, o a un torneo per prendere un Elo FIDE... Quando lo capirò, sarete i primi a saperlo!
Conclusione
Marco Montemagno è un ottimo esempio di come si possa diventare abbastanza bravi a scacchi da potersi divertire col gioco anche senza iniziare a giocare da bambini. Quando una passione diventa importante abbastanza da spingerci a dedicarle molto tempo, si possono raggiungere degli obiettivi importanti anche in età adulta. Non vediamo l'ora di scoprire quali altri traguardi raggiungerà il nostro MontyMagnus!
Qual è il tuo prossimo obiettivo scacchistico? Faccelo sapere nei commenti!